COLELITIASI: EPATIZZAZIONE DELLA COLECISTI

VIDEO Dr. Filippo Guerzoni

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Colecistite gangrenosa con raccolte necrotiche-ascessuali

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Appendicite Acuta

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Settembre 2018

Uomo di 71 anni si reca al Pronto Soccorso per la comparsa da circa 24 ore, di dolore epigastrico, irradiato in regione sottoscapolare dx, esacerbato dai movimenti del tronco e dall’inspirazione profonda, non responsivo alla terapia con FANS, nega febbre, riferisce inoltre da due giorni astenia, dispepsia e secchezza delle fauci. Non patologie degne di nota all’anamnesi patologica remota, non assume alcuna terapia farmacologica. All’ EO ADDOME: dolente e dolorabile in epigastrio e ipocondrio sn, Murphy negativo, TEC, peristalsi presente. RX torace negativa per lesioni pleuro-parechimali, agli esami ematochimici leucitosi neutrofila e incremento degli indici di colestasi. L’ecografia trans addominale, richiesta in urgenza mostra nelle scansioni oblique sottocostali, intercostali destre e longitudinali in ipocondrio destro, la colecisti completamente occupata da fango biliare, tale aspetto ecografico è definibile come epatizzazione della colecisti, sono state evidenziate inoltre alcune formazioni litiasiche, in assenza di dilatazioni delle vie biliari.

Discussione
La sede più comune di litiasi biliare è la colecisti, la sua prevalenza è intorno al 15% e generalmente le donne anziane sono le più colpite. La calcolosi della colecisti è nel 70% dei casi asintomatica, nei restanti casi si manifesta con la tipica colica biliare (dolore sottocostale dx o epigastrico che dura almeno 30 min e che insorge dopo pasto copioso), dovuta a incremento della pressione intra-colecistica, per transitoria ostruzione del dotto cistico a causa di un calcolo, per i motivi appena descritti, spesso, la diagnosi avviene o in maniera accidentale o in contesti in cui sono presenti le sue complicanze.[1]
I pazienti con sintomatologia manifesta hanno un probabilità del 35% di sviluppare, nei 10 anni successivi al primo sintomo, le complicanze della calcolosi, tra cui: colecistite acuta, pancreatite, colangiti, fistole bilio-digestive.[2]
L’ecografia può dimostrare la presenza di calcolosi della colecisti con una sensibilità e una specificità di oltre il 95%, i calcoli appaiono come formazioni endoluminali ipercogene, rotondeggianti, mobili (talvolta lungo la parete posteriore -rolling stone Sign), non assumenti colore all’indagine DOPPLER E PWD e dotate di cono d’ombra posteriore.[4]

Nelle colecisti calcolotiche, spesso si associa la presenza di fango biliare, evidenziabile come una raccolta di fini echi ad intensità medio bassa, senza cono d’ombra posterie e tendenti alla stratificazione, con il variare del decubito del paziente. La sabbia biliare è spesso descritta con molti sinonimi: micro litiasi, sedimento biliare, pseudo litiasi e patologia da microcristali, solitamente è costituita da bilirubinato di calcio e cristalli di colesterolo monoidrato.
Il fango biliare può riprodurre per aggregazione delle vere e proprie palle (sludger balls), o costituire un accumulo diffuso, rendendo l’ecogenicità della colecisti paragonabile a quella del parenchima epatico, (epatizzazione della colecisti)[4], come nel caso clinico descritto.

Diagnosi:

L’ecografia rimane l’esame di scelta per la diagnosi delle patologie della colecisti e delle loro complicanze. [5]
Solo in un secondo tempo, può essere indicato l’utilizzo della Risonanza Magnetica, secondo la metodica COLANGIO, con lo scopo di delineare meglio l’anatomia delle vie biliari del paziente e poter pianificare al meglio l’intervento chirurgico.

Terapia:

Nel paziente asintomatico, al fine di contrastare la formazione di sabbia biliare può essere sufficiente la terapia medica, con acido ursodessosicolico.[6] Nei pazienti, che, invece presentano coliche biliari o complicanze della calcolosi della colecisti, il trattamento di scelta, in assenza di controindicazioni all’intervento chirurgico, è la colecistectomia.[7]
Nei pazienti che non possono essere sottoposti a intervento chirurgico si può eseguire un sfinterotomia, al fine di prevenire colangiti recidivanti o pancreatiti.

Bibliografia

  • [1]SchiavoneC, Romano M, AAVV, Manuale Italiano di ecografia Internistica 2013 Antonio Delfino editore.
  • [1]Stinton LM et al: Epidemiology of gallstones. Gastroenterol Clin North Am. 39(2) 171-83, VI, 2010
  • [1]Bortoff GA, Chen My Ott Dj et al: Galbladdernstones: imaging and intervention. Radiographics; 20(3): 751-6,2000
  • [1]Jungst C et al: Gallstone disease: Microlithiasis and sludge Best Pract Res Clin Gastroenterol 20(6):1053-62, 2006
  • [1] Accuracy of US in the diagnosis of acute calculous cholecystitis: review of the literature. Critical Ultrasound Journal 2013, 5 (Suppl 1): S11
  • [1]Chen Ey, Nguyen TD: Images in clinical medicine. Galbladder sludge. N Engl J Med; 345(10): e2, 2001
  • Laparoscopic cholecystectomy: consensus conference-based guidelines; Ferdinando Agresta et AL.; Langenbeck's Archives of Surgery, May 2015, Volume 400, Issue 4, pp 429–453