ATELETTASIA POLMONARE IN QUADRO CLINICO DI BRONCHIOLITE

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Il paziente, un neonato di quattro mesi, viene ricoverato per febbre, dispnea e tosse persistente. Presenta già in anamnesi un quadro di scompenso cardiaco in DIV perimembranoso ampio + DIA ampio.

All’esame radiografico eseguito all’atto del ricovero si evidenzia diffuso interessamento interstizio-alveolare di entrambi i polmoni, più evidente in sede peri-ilare bilaterale e nel lobo superiore destro, con concomitanti piccole aree di addensamento nodulare in sede basale destra e lieve falda di versamento pleurico bilaterale.

All’ecografia polmonare, eseguita nei giorni successivi, appare un addensamento atelettasico di gran parte del polmone sinistro, che risulta parzialmente areato solo nella porzione apicale; viene confermata la presenza di una piccola falda di versamento basale omolaterale; non si evincono significativi artefatti da linee B, né addensamenti parenchimali.
Il quadro clinico viene confermato anche alla TC toracica, che mostra una atelettasia completa del polmone sinistro, associata ad una marcata riduzione del calibro del bronco principale omolaterale a 10 mm dalla carena.

Dai dati anamnestici, clinici, radiologici si giunge alla diagnosi di bronchiolite associata a polmonite in lattante con difetto cardiaco congenito.

La bronchiolite da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) è la causa più frequente di infezioni delle basse vie respiratorie nei bambini e rappresenta una tra le maggiori cause di ospedalizzazione, durante i primi 2 anni di vita del bambino. I pazienti con cardiopatia congenita emodinamicamente significativa vanno incontro con maggiore probabilità a complicanze respiratorie severe, con conseguente aumento del rischio di mortalità, rispetto ai bambini senza gli stessi fattori di rischio.

Il VRS interessa l’epitelio dei bronchioli, determinandone una infiammazione con infiltrato peribronchiale ed edema della sottomucosa. L’accumulo di detriti cellulari e muco porta ad ostruzione delle vie aeree, che, se totale, può determinare un quadro di atelettasia, con grave compromissione della ventilazione polmonare.

Oltre al VRS, altri virus possono causare questa patologia, che si manifesta clinicamente con tosse, rinorrea e segni clinici di disfunzione respiratoria. La diagnosi eziologica può essere utile per prevenire il contagio e la trasmissione. I criteri per l’ospedalizzazione includono una bassa saturazione dell’ossigeno, una insufficienza respiratoria da moderata a severa, disidratazione. I bambini con altri fattori di rischio vanno particolarmente attenzionati. L’esame ecografico in ambito toracico è, in questi casi, un valido ausilio, anche se complementare allo studio radiografico e/o TAC. Può risultare un’utile guida per il successivo ed immediato approccio diagnostico di approfondimento, per la ripetibilità dell’esame e per l’assenza di controindicazioni rispetto ad altre metodiche radiografiche, soprattutto in determinate categorie di pazienti come quelli pediatrici.

Il polmone è infatti un organo poco esplorabile all’ecografia toracica quando è sano, mentre mostra significative finestre acustiche quando è patologico. A causa della sua elevata impedenza, la pleura è l’unico elemento valutabile in condizione di normalità. Questa appare iperecogena ed in movimento con le escursioni respiratorie (glading). Qualsiasi processo che diminuisca l’impedenza acustica del piano pleurico crea una finestra acustica patologica, che permette lo studio del parenchima polmonare sottostante. L’interazione del fascio di ultrasuoni con l’aria genera artefatti che appaiono differenti a seconda del contenuto aereo, dell’omogeneità e della distribuzione della parte studiata, permettendo all’operatore di approfondirne e studiarne le caratteristiche.

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